Detto anche larva di mosca carnaria è l'esca più usata, poiché vi si catturano tutte le specie ittiche, luccio escluso. Può essere innescata singolarmente, su ami del 18-20, per i pesci più piccoli, o in numero di due o tre alla volta, insidiando alla passata
prede di maggior peso.
In caso di innesco multiplo, si adopereranno ami entro le misure 17-14, e si avrà l'accortezza di infilzare completamente la prima larva, nel senso della lunghezza, per celare il gambo dell'amo.
Durante la pesca alla passata, è sempre necessario pasturare con manciate di bigattini. Questa esca viene indicata con vari nomi dialettali (bigattino, cagnotto, giagnin, bachino di sego), ma si tratta sempre della larva della mosca carnaria, quella mosca di color verde o blu, immancabile intorno a carogne i animali in putrefazione, su cui depone le sue uova.
Volendo, dunque, se si presenta la necessità, si possono ottenere le larve anche in proprio, esponendo all'aperto (solo nella stagione calda) dei rifiuti di carne o grasso, posti in recipienti che impediscano poi la fuga delle larve.
Basteranno tre o quattro giorni per far raggiungere ai bigattini la giusta misura, dopodiché, prelevati con un vecchio inusitato cucchiaio dalle carni marce e puzzolenti in maniera insopportabile, li trasferiremo in un' altro recipiente con segatura o farina di mais affinché si asciughino e siano pronti all'uso.
Si è discusso e si discute molto sulla sospetta nocività di queste larve nei confronti dei pesci, vediamo quindi di chiarire la questione a chi non l'ha chiara.
Il bigattino non fa certamente bene alle specie di pesci che lo ingoiano vivo! Quali siano queste specie è facile indovinarle: tutti i predatori, trota compresa, quindi, dato che è la più nominata a proposito di larve di mosca, i quali posseggono denti su mascelle, lingua e palato, atti ad afferrare e trattenere la preda, senza permettere la masticazione.
A prova di ciò sta l'aver osservato sovente diversi bigattini uscire dalla bocca e dall'ano di trote morte da alcune ore.
Diversamente i pesci onnivori (Barbi, Cavedani ed ogni altro ciprinide), sprovvisti di denti in bocca, si avvantaggiano di speciali denti faringei, fatti a pettine, per triturare il cibo prima che prenda la via dell'esofago, ed i bigattini arrivano nei loro stomaci, sistemati a dovere.
Questa esca, per essere conservata a lungo allo stadio di larva,
necessita di un ambiente freddo.
