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Mentre la pesca in mare - pur avendo anch'essa dei regolamenti che vanno seguiti con estrema attenzione (periodi di pesca per una specie, misure minime, considerazioni nautiche ecc.) - può essere praticata senza nessuna licenza di base, la pesca in acqua dolce può è vincolata dall'obbligo, sempre, di essere titolari di una licenza di pesca.

Ma esaminiamo meglio la situazione:

1) Nessuno, in Italia, può gettare la lenza in qualsiasi specchio o tratto di acqua dolce se non è munito di regolare licenza di pesca a lui o lei intestata.
La licenza di pesca è un vero e proprio documento, rinnovabile, che non può essere prestato ad altri e che il pescatore deve avere sempre con sé quando è impegnato nelle attività di pesca sportiva qualsiasi esse siano - un po' come la patente per l'automobilista.

2) Inoltre, ciascun comune o territorio, quando non la provincia o la regione o lo stato, può vincolare certi tratti di fiume, certi torrenti, certi canali, certi tratti di lago ecc., speciali norme, che rendono quel particolare tratto, specchio ecc. "riserva di pesca": ne esistono di molti tipi e quasi sempre per pescare in una di queste "riserva" occorre avere un permesso che va aggiunto alla licenza di pesca - può essere un tesserino annuale, o per periodi più brevi, talora vengono anche rilasciati permessi giornalieri.

3) Il possessore di una licenza di pesca obbedisce alle norme generali della pesca; ma quando accede a una riserva - in un comune o in una provincia possono esserci più riserve ognuna con le sue norme.

La soluzione migliore, la più sicura e la più rapida consiste nel rivolgersi al proprio negozio di articoli di pesca di fiducia, o a un qualsiasi buon negozio per la pesca sportiva. Lì verremmo guidati per l'ottenimento della licenza di pesca di base; inoltre, quasi sempre i negozi di pesca sono abilitati nel rilascio delle tessere o dei permessi per la pesca nelle riserve della loro zona. Quindi, se ci si sposta dalla propria zona, basterà essere muniti della licenza di pesca personale e richiedere utili informazioni sui regolamenti locali - norme riguardanti attrezzature, esche vietate ecc. nonché consigli ed eventuali tessere, tesserini e permessi.

Riassumendo:

-Rivolgersi a un negozio di pesca della propria zona di residenza per ottenere la licenza di pesca sportiva.

-Rivolgersi ad un negozio di pesca della zona in cui si va a pescare per ottenere gli eventuali, necessari documenti e permessi aggiuntivi, e ogni utile indicazione sulle norme di pesca locali.

In questo modo si risparmia tempo e si limita il rischio di errori che si possono tradursi in costose contravvenzioni.

Che cos'è: in inglese letteralmente significa prendere e rilasciare ossia traducendolo in modo più vicino a noi cattura e poi rilascia il pescato. Questo tipo di pratica, denominata anche NO KILL, è nata in America parecchi anni fa trasformatasi successivamente in una vera e propria filosofia di pesca. In Italia si sta pian piano diffondendo soprattutto tra i praticanti della pesca con esche artificiali sia a spinning che a mosca. Il principale scopo di tale comportamento è la salvaguardia della specie ittica.
Se oltre al degrado ci mettiamo anche noi pescatori a prelevare inutilmente il pesce, non potrà altro che andare peggio. Non ha molto senso portare a casa il pescato se poi finisce in pattumiera perché troppo oppure non si ha voglia di mangiarlo o addirittura pulirlo ; tanto vale rilasciarlo!
L' esperienza americana ha dimostrato che tale comportamento aiuta la conservazione e l'incremento del patrimonio ittico. Se proprio non ci si sente di praticare il NO KILL nel suo pieno significato del termine, si cerchi almeno di limitare il più possibile il numero dei pesci trattenuti. E' già un buon inizio ! Col tempo magari rilascerete tutto il pescato. Il NO KILL però non deve essere una scusa per violare i regolamenti tipo pescare in periodo di divieto. Tutti i discorsi fatti sinora cadono però se non vengono seguiti pochi accorgimenti. Infatti rilasciare un pesce ferito perché slamato male o maltrattato durante le operazioni di cattura ha ben poche possibilità di sopravvivere. Vediamo questi accorgimenti.

Come si pratica: le poche regole seguenti servono per effettuare un corretto rilascio del pesce e quindi praticare al meglio il NO KILL sono le seguenti:

-Utilizzare ami senza ardiglione. Se non avete una buona manualità per effettuare il cambio delle ancorine o ami delle vostre esche almeno schiacciatelo aiutandovi con una pinza. Tale accorgimento evita di procurare ferite o lacerazioni durante l'operazione di slamatura a causa dell'ardiglione che non ne vuole sapere di lasciare la presa e uscire.

-Tenere fuori dall'acqua il pesce il meno possibile. Ha già subito parecchi shock dovuti all' allamatura e alla seguente lotta durante il recupero, evitiamo di procurargli altri traumi estraendolo dal suo ambiente naturale. Se possibile cerchiamo di slamarlo direttamente in acqua.

-Evitare di prender il pesce con le mani. Involontariamente si possono creare microlesioni sulla pelle o privare il pesce della mucosa protettiva che lo ricopre. Inoltre a seguito di un suo brusco movimento, istintivamente si aumenta la stretta della mano con la possibilità di creargli delle lesioni agli organi interni. Se proprio e' necessario doverlo afferrare bagnatevi prima le mani e poi afferratelo preferibilmente per la coda.

-Utilizzare una pinza slamatrice. Con tale strumento si effettua una presa migliore sull'amo, piuttosto che con le dita, agevolando quindi l'operazione di slamatura.
In genere con un colpo secco muovendo il polso con moto contrario alla curvatura dell'amo si riesce ad estrarlo.
Quasi tutti i pesci dopo la lotta sono abbastanza stremati ed una volta estratta la testa dall'acqua si immobilizzano. Ciò non è proprio sempre vero con il black bass ed il luccio.

Vediamo come fare:

-Black Bass: inserirgli il proprio pollice in bocca e con il resto della mano serrare la mandibola inferiore. Le prime volte la cosa crea un po' d'ansia per la paura dei denti. Sono impercettibili ed in più il black non chiude la bocca. Agite con fermezza e decisione. Inevitabili le prime volte alcuni graffietti sul pollice proprio per il timore che si ha nell'eseguire il procedimento. Si evita così di toccargli il corpo con le mani e non gli si procura dolore perché la parte interessata e' ossea o cartilaginea.

-Luccio: va afferrato per la coda che è la parte meno delicata del suo corpo. Appoggiandogli delicatamente la mano bagnata o meglio ancora uno straccio bagnato ( evitiamo così di toccarlo ) sugli occhi, lui si immobilizza di colpo e quindi si può procedere alla slamatura con calma. Il luccio tende istintivamente a serrare la bocca quando sente qualcosa all'interno che si muove. Nel caso fosse necessario aprigli la bocca utilizzare gli appositi divaricatori ( si trovano in commercio ) e mai usare le mani o altri oggetti.

Queste sono alcune semplici regole che, se seguite, vi consentiranno di rilasciare integri i pesci catturati e quindi, per voi e per gli altri pescatori, essere catturati ancora. Ricordate che un pesce che appaia in cattive condizioni difficilmente potrà sopravvivere se non verrà rilasciato trattandolo con la massima cura.

1) PESCATE CON LA MOSCA ARTIFICIALE. Ciò è peraltro obbligatorio in molte zone, particolarmente dove la pesca è consentita solo praticando il catch & release (cattura e rilascia). Pescando con la mosca, al di là dell'alta sportività di questa disciplina, si verificano i più bassi tassi di mortalità del pesce catturato, che può quindi essere liberato senza danni.

2) USATE AMI SINGOLI E PRIVI DELL'ARDIGLIONE. Anche se ne fosse consentito l'uso, evitate l'impiego degli ami multipli (ancorette) e degli ami con ardiglione. Potrete liberarlo più facilmente evitandogli lacerazioni, questo anche a voi stessi, in caso di aggancio accidentale .... !!! La mancanza dell'ardiglione non aumenta significativamente - come molti credono - la slamatura e
quindi la perdita del pesce in fase di recupero.

3) IL TEMPO È ESSENZIALE. Recuperate e liberate il pesce più rapidamente possibile. Un pesce fuor d'acqua non può sopravvivere per più di tre o quattro minuti: la mancanza di ossigeno gli provocherebbe danni cerebrali mortali. Un pesce portato a riva delicatamente, ma in un tempo troppo lungo, Sarà esausto e stressato.

4) TENETE IL PESCE IN ACQUA per quanto più possibile, fuori si sentirebbe soffocare e, ricordate, è un animale sotto sforzo ed impaurito. Potrebbe schiacciarsi permettendogli di saltare e dibattersi sui sassi o sulla terra. Mantenetelo in almeno 20 cm di acqua, saranno una protezione sufficiente ad evitargli urti.

5) LA DELICATEZZA nel maneggiarlo è essenziale. Per trattenerlo non mettetegli le dita nelle branchie e non stringetelo: potrete facilmente tenerlo per il labbro inferiore. Il guadino è un ottimo aiuto, ma le maglie della rete non devono impigliarsi nelle branchie. L'amo e la lenza aggrovigliandosi nella rete possono intralciare il rilascio, tenete il guadino in acqua e possibilmente utilizzate guadini a rete tesa, appositamente ideati per praticare il catch and release.

6) LA SLAMATURA. Rimuovete l'amo più rapidamente possibile, eventualmente usando pinze adatte (sono ottime le pinzette emostatiche). NON SLAMATE IL PESCE SE AGGANCIATO PROFONDAMENTE. In questo caso - ma non accade pressoché mai pescando con la mosca - tagliate il filo e lasciate l'amo dentro. Non estraete rudemente l'amo, provochereste lacerazioni: fatelo rapidamente ma con delicatezza. Specialmente i pesci più piccoli possono morire per lo shock di una slamatura violenta e lacerante.

7) RIANIMAZIONE. Qualche pesce, specialmente dopo una lunga lotta, potrà perdere conoscenza: lo vedrete galleggiare a pancia in su, mantenetelo in acqua tenendolo nella corretta posizione, muovetelo un po' in avanti ed indietro per far entrare acqua nelle branchie. E' una vera e propria respirazione artificiale da eseguire per alcuni minuti. Quando si riprenderà comincerà a dibattersi riprendendo a nuotare normalmente, a quel punto lo potrete rilasciare: sopravvivrà e potrà compiere una nuova sfida con un altro pescatore. Forse ancora con voi ... !