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Cos’è la pesca

La pesca viene definita come attività del tempo libero, nel senso che viene effettuata da coloro che, avendo pomeriggi o mattinate a disposizione, si rivolgono verso questa attività per non lasciare un vuoto momentaneo nella loro vita.
Anche tale definizione ci lascia un pò perplessi.
Pesca è considerata anche amore per la Natura, ma nessuno di noi è un protezionista fanatico. Quindi anche qui non ci siamo.
Pesca per i non pescatori sono alienazione in quanto non è ragionevole starsene ore ed ore con la canna in mano in attesa di una ben che piccola toccata del pesce. Anche qui è ovvio non ci troviamo d'accordo.
Per ridefinire la pesca abbiamo bisogno di tutto quanto abbiamo detto fin’ora in maniera più dosata, diversa.
La pesca è sport in quanto ci impegna e in una attività fisica (e chi pesca le trote in montagna sa quel che voglio dire, come identica considerazione può essere fatta per colui che pratica la subacquea in certo modo) e quindi assolve al luogo comune con il quale si vuole che sport sia prestazione fisica o "fatica".
È ugualmente sport se a tale parola si da il suo significato più puro, cioè di competizione onesta, leale con qualcuno o contro qualcosa.
È sport perché il vero pescatore affronta il fiume o il mare dando la possibilità al suo avversario di poter vincer qualora ne abbia le qualità.

Pescare in apnea a venti metri o pescare i cavedani in corrente con del nylon dello 0.10 è sportivo nel senso che abbiamo spiegato.
La pesca è attività del tempo libero in quanto si attua generalmente nel tempo libero, ma non è come normalmente si vuol fare credere, uno scopo per riempire i periodi di ozio forzato. Il pescatore non riempie il tempo libero, ma trova il tempo per riempirlo cioè per andare a pescare.
Ogni momento è buono: di notte dagli scogli o lungo un molo durante l'autunno a pesca di gronghi; la mattina presto, alle tre, su un sentiero alpino in cerca della buca buona ove le trote faranno la prima "bollata"; durante le ore assolate di agosto su di una barchetta a poche miglia di distanza dalla costa, chinati sullo specchio d'acqua con un bolentino in mano.
La pesca è amore per la natura, è vero, ma non amore da protezionisti isterici.
Un amore ragionato, bilanciato. Il vero pescatore conosce a fondo il suo fiume o la sua costa meglio di un biologo perché riesce, durante le giornate passate con una canna in mano, a capire ogni segreto dell'ambiente ed a rendersi conto di ogni sua benché minima variazione.

L'inquinamento, oggi politicizzato sotto mille forme diverse, furono, molti anni fa i pescatori a scoprirlo in Italia, quando si accorsero che le alghe cambiavano colore o che i temoli non si riproducevano più lungo i ghiareti che li avevano ospitati per molti secoli. In questo senso quindi la pesca è amore per la Natura.
La pesca è alienazione, non perché è da stupidi stare con una canna in mano, ma perché ci serve come evasione momentanea da mille problemi che ci assillano.
Sul fiume tutti i nostri problemi scompaiono improvvisamente.
In tal modo, e solo in tal modo, la pesca può essere alienante in quanto per un certo periodo ti fa dimenticare l'assillo a cui giornalmente siamo sottoposti nel condurre la nostra vita.